Misure di prevenzione e controllo da COVID-19: varianti e vaccinazione
“Indicazioni ad interim sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni da SARS-CoV-2 in tema di varianti e vaccinazione”. Questo il titolo del nuovo documento elaborato e diffuso dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il Ministero della Salute, l’Inail e l’Aifa.
Secondo gli esperti non è necessario “modificare le misure di prevenzione e protezione basate sul distanziamento fisico, sull’uso delle mascherine e sull’igiene delle mani”, ma al centro delle raccomandazioni rimane sempre e comunque “un’applicazione estremamente attenta e rigorosa di queste misure”.
Aumento del distanziamento fisico
Nonostante quanto scritto sopra, però, è necessario fare alcune specifiche.
Al momento non vi sono evidenze scientifiche che richiedano l’aumento della distanza di sicurezza in seguito alla comparsa delle nuove varianti di Covid-19. Gli esperti ritengono però che “sarebbe opportuno aumentare il distanziamento fisico fino a due metri, laddove possibile e specialmente in tutte le situazioni nelle quali venga rimossa la protezione respiratoria (come, ad esempio, in occasione del consumo di bevande e cibo)”.
Perciò, nonostante la distanza minima di sicurezza sia rimasta invariata (1 metro), è comunque necessario valutare l’eventuale rafforzamento del distanziamento fisico in tutte quelle zone/aree in cui vi è la possibilità che la mascherina di protezione venga rimossa (es. ristoranti, mense, sale caffè, area ristoro ecc.) al fine di garantire un distanziamento interpersonale di almeno 2 metri.
Vaccini Anti-Covid e loro efficacia nel contrasto alle varianti
Per quanto riguarda i vaccini si evince invece che “studi preliminari in vitro condotti sulla risposta immunologica (umorale e cellulare) evocata dai due vaccini a mRNA, BioNtech/Pfizer e Moderna, hanno evidenziato una ridotta attività neutralizzante da parte del siero dei soggetti vaccinati nei confronti della variante sud-africana e della variante brasiliana”.
L’efficacia del vaccino AstraZeneca invece “risulterebbe bassa per prevenire forme di malattia di grado lieve o moderato nel contesto epidemico sud-africano, a dimostrare la capacità della variante di eludere parzialmente la risposta immunitaria evocata dal vaccino”.
Secondo quanto riportato dal report pare però che non sia ancora noto l’effettivo impatto delle varianti. Pare che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) abbia affermato “che lo studio ha un campione troppo limitato per una valutazione sulla malattia severa”.
Misure di sicurezza e vaccinati
Nonostante i vaccini anti-Covid attualmente disponibili siano in grado di ridurre in modo molto significativo la probabilità di sviluppare la sintomatologia da Covid-19, gli esperti specificano chiaramente che nessuno di questi è in grado di garantire una protezione al 100% dal virus.
Per di più è necessario tenere di conto che la risposta immunitaria varia da individuo a individuo e non è ancora stata stabilita l’effettiva durata della protezione che il vaccino è in grado di fornire.
Secondo gli esperti “al momento, non è noto se i vaccini impediscano completamente la trasmissione di SARS-CoV-2 (infezioni asintomatiche). Quindi, seppur diminuito, non è possibile al momento escludere un rischio di contagio anche in coloro che sono stati vaccinati”.
Proprio per questo motivo, anche coloro che hanno già ricevuto la dose vaccinale non è possibile al momento escludere un rischio di contagio anche in coloro che sono stati vaccinati: se una persona entra in contatto stretto con un caso positivo al Covid-19, questa viene considerata a rischio contagio anche se vaccinata.
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